E’ stato il primo dipinto ad olio alla scuola di Vittorio Martinelli. L’ho realizzato su cartonato 50 x 30. Un realismo onirico che ha il profumo dell’infanzia e che sottotraccia rispecchia la paura del colore che ancora mi portavo addosso.
Da autodidatta i disegni a china nera, rigorosamente su fogli color seppia, mi avevano accompagnato per molti anni. Erano le foto dell’anima, quelle che non puoi scattare, quelle che non hanno profondità prospettica né regole di luci e ombre.
L’approccio al colore era arrivato con i lavori grafici che però mi sollevavano dalla materia colore che mi pareva ancora cosa ribelle e ingestibile tra le mani.
Martinelli lo guardò dopo il primo abbozzo “e il colore dove è?” (lui lo disse rigorosamente in dialetto)… io difesi il mio “lago onirico” ma dovetti cedere sulla pelle dei pescatori. Naturalmente Vittorio aveva ragione e a poco a poco il colore inondò la mia disordinatissima tavolozza,