Emanuela Fagioli Art

la bellezza del quotidiano, nello scostamento di un attimo, apre all'ulteriorità

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Vittorio Martinelli, un ricordo

Storie Svelate

Vittorio Martinelli, pittore lecchese, pittore “manzoniano” per eccellenza, è scomparso a inizio 2019.

E’ stato il mio Maestro in quest’arte.

Una dote che Martinelli – Vit per gli amici e gli allievi – penso non abbia mai avuto è quella dell’avarizia.

La sera, nel piccolo studio di Lecco in Vicolo del Torchio, studio che pareva un porto di mare, lui faceva traboccare la sua arte e il suo sapere sulla tela con gesti veloci. Varda i scuur. Varda i luus! Dove non arrivava il pennello c’erano le sue dita che nel colore non lasciavano impronte ma sapienti sfumature. La pennellata che non avresti mai osato dare lui la buttava lì, la storceva, la dilatava, la faceva fiorire in tutto quel che voleva. Il colore che non riuscivi a riprodurre lui lo trovava sempre el tirem fo con chest … Teoria zero, erano i suoi gesti a parlare, la sua capacità di donare, la sua filosofia intrisa di umanità, di vita…. De che segn te see?… Te, stanocc ho fa un sogn…

Il mio incontro con Vit è arrivato tardi, tardi per i pochi anni che il destino poi gli ha lasciato. Ma l’incontro avvenne in quello che per me fu il tempo opportuno, quello in cui, per una serie complessa di fattori, la ricettività è massima. L’impatto, benché appunto avvenne nel tempo opportuno, non fu facile. Ci “prendemmo le misure” come si usa dire. La mia visione non voleva essere la sua, anche se avevo necessità della sua per dare tecnicamente corpo alla mia. E lui accettò questa sorta di mio riservato distacco con un sorriso benevolo “fa parlà l’anima e el rest el vegn a dree…”

Vit mi ha insegnato a guardare in modo diverso la luce, le ombre, le montagne, i fiori, il movimento dell’acqua… tanto che divenne un’ossessione. Non ebbi tempo d’apprendere in modo approfondito la magia del suo paesaggio lacustre e mille altre cose di cui manco tutt’ora.

Ancora oggi, mentre dipingo la sua presenza mi accompagna. Non mi sento orfana ma mi manca. … “Varda i luus, i scuur i è a post? L’ombra portada? … firmi? firma!”

Grazie Vittorio!

I

In estate scrissi una poesia in dialetto sulla luce e la dedicai a lui, fu poco prima che si ammalasse:

Me pias andà rasent a muur e scèpp” – Dedicata al Maestro Vittorio Martinelli

Giò vers el lach
Me pias andà rasent a muur e scèpp
E fas ciapà del profoeum che’l cold el spand
d’èrba taiada,
de roeus  desfaa,
de gelsumìn e rosmarìn
Giò vers la riva
me pias andà rasent a muur e scèpp
a vardà feuj e fiur sbiancà de luus 
a vedè i colur  scapà sui sass
o specias sot sura cuma pel del lach

L’è quasi mesdé e sém in estaa
Me pias andà fin  giò su la riva
vèes anca mi luus e profoeum
vèes l’umbra négra e coolda dent sota i leander
vèss  oecc tela colur e penel
prima che’l brevasc el scascighi luntan da muur e scèpp
l’udur cold e desfaa che fa l’estaa
prima che’l frècc el raspi via i culur
e la luus la se smorsi in vei  gris e duur.

Il dipinto al quale stavo lavorando il giorno in cui se ne andò l’ho lasciato incompiuto. Mancano le luci ma oltre il muro ci sono nuvole che se ne vanno galoppando in un azzurro assoluto.

Ma lo sguardo corre oltre


A maggio 2019 sono stata tra i promotori e soci fondatori di VitArte – Lecco, l’associazioni degli Artisti di Vicolo del Torchio. L’ Associazione, che era un desiderio ricorrente di Martinelli, ha preso così corpo e al primo punto degli scopi statutari è stato inserito “Ricordare, attraverso proprie iniziative, la figura,  gli insegnamenti, lo spirito e le opere del Maestro Vittorio Martinelli.”

Grazie Vit!