Nera è una piccola bambola scura, quella che mi accompagna da una vita. La ricevetti bambina verso la metà degli anni ’60 del Novecento e per l’epoca, in Italia, era una rarità.
Nera fu un regalo del nonno di ritorno da un viaggio a Zurigo: aveva occhi azzurri come i miei ed era così diversa dai bambolotti con i quali si giocava allora che fu subito oggetto d’invidia.
Non ricordo chi in un gesto di stizza le tolse gli occhi. Ricordo quanto la curai e la coccolai. Di casa in casa rimase sempre con me e la disegnai, la fotografai, le dedicai le prime prove di elaborazione grafica ed infine la dipinsi. di volta in volta ad esprimere l’infanzia che ritorna, la memoria, il dramma umanitario, occhi nuovi e vita trovati nella pittura.
“la mia bambola aveva gli occhi azzurri” è un’opera attualissima e che mi è particolarmente cara: i colori sui pennelli – l’azzurro e il rosso – sono gli occhi e la vita che le restituisco con l’arte e sono anche le cromie dominanti nella mia vita e sulla mia tavolozza, a rispecchiare un sentire pieno dove atemporalità e corporeità si fondono in meraviglia.
Sotto Nera in uno schizzo a china del ’90 e due elaborazioni grafiche realizzate intorno al 2010 .